“Le cose che non ho”, l’ultimo successo editoriale che arriva dalla Francia
Jocelyne ama guardarsi nuda allo specchio, nonostante i suoi chili di troppo. Ha due figli ormai grandi, un marito che si chiama come lei -Jocelyn- ,una merceria, un paio di amiche, un blog molto apprezzato in cui spiega come realizzare dei piccoli capolavori sartoriali e dei sogni giovanili abbandonati per dedicarsi alla famiglia. Una vita segnata da alcuni eventi tragici– la morte improvvisa della madre e di una figlia appena nata- e da un periodo di problemi matrimoniali, all’ interno del fluire lento del tempo. Un’esistenza semplice, che viene messa in discussione da un evento unico e che potrebbe cambiarla per sempre. Ciò che lei ha ricevuto è un dono e un’immensa fortuna, come tutti potrebbero pensare, o l’inizio di una disgrazia?
“Le cose che non ho”, il nuovo, eclatante successo editoriale in Francia dopo “L’eleganza del riccio” del 2006, è un romanzo che scorre dolcemente, anche nei suoi passaggi più dolorosi o amari. L’autore- Grégoire Delacourt, un famoso pubblicitario alla sua terza opera, la prima tradotta in italiano- racconta con delicatezza la storia di Jo, donandoci i suoi occhi e i suoi pensieri. Una storia che potrebbe essere quella di milioni di altre persone nel mondo. Probabilmente è proprio questa la sua forza: la sensazione di capire, di conoscere le emozioni, i dubbi, la serenità che la protagonista cerca in quello che ha costruito. Quando una vincita di poco più di 18 milioni di euro arriva a sconvolgere la sua quotidianità, Jo inizia ad interrogarsi sul valore di una cifra del genere, su ciò che così tanti soldi possono o non possono comprare, tenendo solo per sé l’incredibile notizia. Potrebbe acquistare l’auto e la tv nuova che suo marito ha sempre desiderato, un’altra casa, oppure finanziare i progetti della figlia. I suoi piccoli sogni, uno dopo l’altro, riescono quasi a materializzarsi. Ma quel denaro può anche restituirle sua madre, persa da adolescente? Può guarire suo padre che ricorda, di volta in volta, solo gli ultimi sei minuti della propria giornata? Mentre lei è intenta a decidere come utilizzarli e in che modo comunicarlo ai propri cari, e l’assegno giace nascosto in una vecchia scarpa riposta nell’armadio, scopre nel modo più meschino quanto dolore può celarsi dietro il biglietto vincente di una lotteria.
Si dice che i soldi non facciano la felicità, e nelle pagine di questo libro si trova proprio questo messaggio. La vera scommessa da vincere è di apprezzare ciò che si ha: la famiglia, l’amore, la devozione non sono mai in vendita.
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