Cuochi Senza Barriere: la (buona) cucina al servizio del sociale
“Diventa anche tu un cuoco senza barriere, non c’è bisogno di saper cucinare ma di saper amare”. È questo lo slogan di Cuochi Senza Barriere, l’associazione- Onlus da dicembre 2013- che ha deciso di dedicarsi al sociale e mettersi al servizio delle realtà più deboli. Grazie alla loro passione e professionalità, i fondatori Alessandro Miocchi, Francesco Di Lorenzo, Giuseppe Lo Iudice, Roberto Di Pinto e Martina Ventura hanno dato vita a un progetto che vanta già diverse iniziative e “amici dell’associazione” come Alessandro Borghese, chef e conduttore televisivo, e Umberto Vezzoli, corporate chef Boscolo hotels. “Inizia tutto da una telefonata ricevuta da Giuseppe Lo Iudice, socio fondatore e cuoco presso Ristorante il Pagliaccio di Roma, 2 Michelin Stars– racconta Roberto Di Pinto. “Io e Giuseppe ci conoscevamo perché lavorava con me al Bulgari come Chef de Partie ai Primi. Mi dice: ‘Ho avuto un’ idea, fare un’ associazione Onlus di noi cuochi che andiamo a cucinare per le fasce più bisognose…Che ne pensi?’ Allora io, Giuseppe, Alessandro, Francesco e Martina decidiamo in pochi giorni di fondare l’associazione: con l’aiuto di un mio caro amico commercialista di Milano, che ha creduto insieme alla compagna nel nostro visionario progetto, in meno di una settimana siamo dal notaio.” Un’iniziativa che ha richiesto anche contributi ed investimenti economici. “Un mio amico ci ha disegnato il logo in pochi giorni. Abbiamo contattato un po’ di amici fornitori per chiedere un piccolo aiuto economico per partire, e chi in un modo e chi in un altro ci hanno sostenuto. Abbiamo anche ricevuto delle porte in faccia,ma non ci siamo arresi: abbiamo messo un po’ dei nostri risparmi nel progetto e finanziato le prime cose necessarie da soli.”
Il debutto dell’associazione è avvenuto a Taste of Roma nel settembre 2013. “Molti chef con cui abbiamo lavorato, collaborato o con cui ci conosciamo hanno sposato la nostra causa e parliamo di Chef importanti nel panorama gastronomico italiano” sottolinea Di Pinto. “Siamo così andati al Taste of Roma, con le giacche consegnate un giorno prima. Le brochure e i primi biglietti da visita sono stati portati da Napoli a Roma da un mio amico tipografo poiché i tempi per la spedizione ormai non c’erano più. Abbiamo passato notti insonni, mille giri da fare, ma alla fine ci siamo riusciti e abbiamo presentato il nostro progetto, la nostra associazione.”
“Cuochi Senza Barriere” è presente, al momento, a Roma e Milano: le richieste da altre parti d’Italia ci sono “ma a pochi mesi dal nostro debutto, non siamo ancora prontissimi” afferma Di Pinto. A Roma il primo progetto dell’associazione è stata “Mani in pasta”, una giornata di panificazione per bambini. Ora stanno portando avanti “Crescere dalla terra“: hanno adottato un orto ai Castelli Romani per un progetto di ortoterapia con ragazzi disabili. L’obiettivo è quello di utilizzare le proprietà terapeutiche della lavorazione della terra per insegnare ai ragazzi non solo come coltivarla lavorando in un team, ma anche per aiutarli a sviluppare il senso di responsabilità e renderli consapevoli delle proprie capacità. “Per finanziare questo progetto Eataly Roma ci ha concesso per 7 lunedì di cucinare nel loro ristorante delle verdure, ed è stato un successone. Un ristorante che di media il lunedì faceva 10 coperti, con noi è arrivato a toccare picchi di 140,con la presenza dei nostri chef testimonial” racconta Roberto Di Pinto. Per Milano, invece, è stata scelta una strada diversa. “Abbiamo stretto una collaborazione con Pane quotidiano e con Fondazione Aquilone, due Onlus storiche che in modi diversi ogni giorno sono sul campo ad aiutare le fasce più deboli. Abbiamo realizzato una merenda per bimbi di case famiglia e per famiglie in condizioni di disagio. Un nostro amico Chef, che ha l’hobby della magia, intratteneva i bambini. La pizzeria “La taverna” ci ha donato le pizze e noi abbiamo fatto toast, panini, crêpes e tante altre bontà compresa una torta. Poi abbiamo cucinato il pranzo il giorno di Sant’Ambrogio, il 7 dicembre, per 70 anziani che ogni giorno vanno da Pane quotidiano a prendere da mangiare e che per un giorno sono stati gli ospiti d’onore. Il menù è stato realizzato in collaborazione tra me, Antonio d’Angelo (del ristorante Armani Nobu di Milano, amico dell’associazione, ndr), Umberto Vezzoli e Alessandro Borghese. Infine il 19 dicembre abbiamo avuto 100 ospiti presso la parrocchia di Comasina, tra anziani e disabili, per augurare loro ‘Buon Natale’ “.
Molti progetti sono già in cantiere per i prossimi mesi, rivela lo chef. “Su Roma partirà tra gennaio e febbraio una serie di corsi di cucina per ragazzi con sindrome di down, in modo da renderli autonomi quando sono soli. Per la primavera abbiamo altre attività in programma che però dobbiamo ancora sviluppare. A Milano presto organizzeremo una cena di raccolta fondi con uno Chef molto importante della ristorazione italiana, che però ancora non posso svelarvi. Per mantenere viva la nostra associazione abbiamo bisogno di fondi quindi ci saranno un po’ di cene con questo scopo. Abbiamo anche merchandising: t- shirt, grembiuli e giacche da cuoco “Bragard” brandizzati “Cuochi Senza Barriere” da poter acquistare per aiutarci a portare sorrisi e spensieratezza tramite la buona cucina a chi ogni giorno non sorride come noi. ”
Maggiori informazioni sull’associazione sono reperibili sul sito www.cuochisenzabarriere.it oppure sulla pagina Facebook. Chiunque voglia diventare un “cuoco senza barriere” può scrivere all’indirizzo info@cuochisenzabarriere.it: l’ingrediente principale richiesto è, semplicemente, l’amore per gli altri.
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