Appello al sindaco Marino: “Salviamo il centro antiviolenza di Tor Bella Monaca”

Quasi trentottomila  in due giorni. Sono tantissime le firme finora raccolte dalla petizione lanciata da Stefania Catallo, fondatrice e responsabile del Centro di Supporto Psicologico Popolare di Tor Bella Monaca, quartiere  considerato “a rischio” di Roma, per chiedere che la struttura non chiuda e possa continuare ad operare sul territorio. “Eravamo ospiti nei locali dell’associazione ‘Sirio87’ ” racconta Stefania Catallo. “Non sapevamo però in che condizioni fosse l’associazione rispetto a questo immobile. A loro assegnato dal comune di Roma nel 1999, è diventato successivamente oggetto di compravendita da parte di altre società, per cui “Sirio87”  ad un certo punto si è ritrovata nei locali di un nuovo proprietario. Abbiamo ricevuto un’ingiunzione di sfratto per una situazione di cui non eravamo a conoscenza: quando l’ufficiale giudiziario è arrivato accompagnato da un avvocato, noi siamo cadute dalle nuvole. ” Un fulmine a ciel sereno per una struttura che si è sempre autofinanziata e autogestita, e ha aiutato centinaia di donne vittime di violenze che non sapevano a chi rivolgersi, a chi chiedere aiuto. “In tre anni sono passate dal centro circa cinquanta donne come intervento attivo; se parliamo di accesso, anche per informazioni, curiosità o altro, ne sono passate circa mille” sottolinea la fondatrice. “Abbiamo bisogno di uno spazio privato, tutto nostro, soprattutto per il tipo di situazioni affrontate.  Pur di non interrompere l’attività, sono arrivata a portarmi a casa chi si è rivolto a noi.” Il Centro offre ascolto e sostegno psicologico, organizza gruppi di auto-mutuo aiuto e anche corsi di recitazione con la produzione di spettacoli di denuncia civile e sociale.

Negli ultimi mesi ho chiesto aiuto al VI Municipio, chiedendo di poter avere un’alternativa sul territorio, come uno spazio confiscato alla Mafia o in disuso: ecco perché la petizione, oltre che al sindaco di Roma Ignazio Marino (in questo quartiere sono tanti gli edifici del Comune abbandonati a se stessi e dentro i quali sarebbe possibile proseguire la nostra attività), è indirizzata anche alla Consigliera nazionale del ministro dell’Interno per le politiche di contrasto alla violenza contro le donne e al femminicidio, Isabella Rauti. ” scrive la Catallo sull’appello. La vicenda è arrivata a Marino, che ha commentato con un tweet: ”  Il centro antiviolenza privato di Tor Bella Monaca merita di continuare a lavorare, ci impegneremo al massimo per evitare che chiuda“. “Ora si usa rispondere con twitter“- ha sottolineato la responsabile del centro. “Allora io mi sono iscritta apposta per fargli presente che abbiamo bisogno di azioni concrete. Nessuno mi ha contattato direttamente: Marino avrebbe potuto anche farmi una telefonata.” 

La vicenda del Cespp ha varcato i confini romani, arrivando fino in Calabria: la redazione di FimminaTV, un’emittente locale calabrese a sostegno delle donne, ha dedicato un servizio all’appello del Centro. Stefania Catallo non ha dubbi: “Noi siamo pronte a rivolgerci anche al Presidente della Repubblica: dobbiamo trovare una soluzione a questa situazione, non ci fermeremo“.

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