“Il motore della vita è il mistero”: intervista a Clara Sánchez

Autrice di best sellers- “Il Profumo delle foglie di limone” è rimasto nelle classifiche di vendita per più di due anni-, amata e apprezzata non solo dai lettori, ma anche dalla critica. Ha vinto infatti i tre più importanti premi letterari spagnoli: il premio Alfaguara nel 2000, il premio Nadal nel 2010 e il premio Planeta nel 2013 con “Le cose che sai di me” (vedi articolo correlato). Clara Sánchez è sicuramente la scrittrice del momento.  L’abbiamo intervistata in occasione del tour promozionale della sua ultima opera in Italia.

Nel suo romanzo “Le cose che sai di me” Patricia scopre gli aspetti bui della sua vita e di quelle degli altri. Questo succede anche ne “Il profumo delle foglie di limone” e “Entra nella mia vita”. Pensa siano molte le persone che hanno qualcosa da nascondere o con dei lati oscuri?

Il motore della vita è il mistero. Passiamo la nostra esistenza cercando di darle un senso e cercando di scoprire chi siamo in realtà, se siamo eroi o codardi, generosi o meschini. Ci auto-inganniamo per ingannare meglio anche gli altri, e dare una buona immagine di noi stessi. Desideriamo piacere, essere meravigliosi e ammirati, fino a quando un giorno la vita ci mette alla prova e riveliamo il nostro vero animo. Ne “Le cose che sai di me” mi sono chiesta cosa avrei fatto io al posto di Patricia quando decide se chiudere gli occhi oppure aprirli, se essere forte o debole.

Perché ha scelto il mondo delle modelle per il suo romanzo?

Ho scelto la professione di Patricia  mentre sfogliavo una rivista di moda e ho notato una modella che mi guardava con un certo timore nei suoi occhi. Mi sono chiesta cosa potesse angosciare una ragazza così giovane, bella, sicuramente ricca e sicuramente amata, ed è diventata la protagonista di “Le cose che sai di me”. Io volevo parlare di un amore “vampiresco”e anche della paura dello sguardo dell’altro, della paura di non piacere, del rifiuto, e cercavo una voce narrante che vivesse intrappolata in quella sensazione.

Patricia è molto forte, supera le difficoltà e può iniziare una nuova esistenza. Il finale positivo del suo romanzo riflette una visione particolare della donna, della vita o semplicemente desiderava che lei avesse un’altra occasione?

Quel finale lo costruisce Patricia poco a poco attraverso le sue decisioni, le sue azioni, con le sue insicurezze e contraddizioni e con la voglia di liberarsi della paura di non essere amata, di perdere il lavoro e la sua vita agiata. La libertà ha un prezzo e Patricia ha la possibilità di pagarlo.

“Il profumo delle foglie di limone” e “Entra nella mia vita”  raccontano due storie che hanno riferimenti storici: il nazismo nel primo e i bambini rubati in Spagna nel secondo. Con “Le cose che sai di me” vuole raccontare la sfiducia e la precarietà lavorativa e sentimentale dei nostri giorni?

Senza che lo decidessi, “Le cose che sai di me” mostra la società nella quale vive Patricia. Siamo tutti un po’ Patricia. Gli spagnoli in questi ultimi anni, come lei, sono passati dal conformismo e la fiducia cieca alla sfiducia. La domanda che ritroviamo nel romanzo e nella società spagnola è se, da questa sfiducia, usciremo più corrotti e sospettosi oppure più critici, esigenti, più maturi affinché la nostra vita non venga delegata agli altri

(Nella foto: Clara Sánchez ritira il Premio Planeta.  EFE/Albert Olivé ESPAÑA PREMIO PLANETA)

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