Addio Gabo, ci lasci più soli nella tua Macondo

Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. ”  È questo l’incipit del suo romanzo più famoso, “Cent’anni di solitudine“, opera che ha segnato non solo la storia della letteratura, ma anche la vita di tutti coloro che hanno amato e apprezzato Gabriel Garcìa Màrquez. Premio Nobel nel 1982, scrittore e giornalista, ha affascinato i suoi lettori con quel “realismo magico” di cui è il principale esponente. “L’amore ai tempi del colera”, “Cronaca di una morte annunciata”, “Nessuno scrive al colonnello” altri suoi emozionanti romanzi. Non si è mai pronti a lasciar andare qualcuno che ha saputo così profondamente leggere nell’animo umano: la notizia della sua morte ci lascia tristi, un po’ più vuoti, un po’ più soli.

Gabriel Garcìa Màrquez ci ha lasciati il 17 aprile, a 87 anni. Si è spento nella sua casa di Città del Messico, circondato dalla sua famiglia. A chi l’ha amato e si è perso tra le pagine dei suoi romanzi, rimane la consapevolezza che ora il mondo sarà un posto meno magico.

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