“Ovunque, proteggici”, un’intensa saga familiare nel romanzo di Elisa Ruotolo
Lorenzo Girosa ha ormai cinquant’anni. Porta sulle spalle il fallimento del suo matrimonio, il rapporto difficile con la figlia e un segreto che custodisce fin da bambino, una colpa che lo perseguita e che riguarda suo padre. Quella di Lorenzo è un’esistenza che si trascina senza affetti, con la tranquillità apatica di chi va avanti nonostante tutto. All’ improvviso riceve una lettera anonima in cui qualcuno gli rivela di conoscere il delitto di cui si era macchiato tanti anni prima. Da quel momento Lorenzo ripercorre tutta la storia dei Girosa, cinque generazioni di uomini e donne abbandonate dalla fortuna e senza alcuna misericordia, ricchi di vergogne e poveri di figli: dal nonno Domenico, emigrato in America, passando per Ettore, il taciturno e solitario fratello di Domenico; da sua madre Francesca e le sue velleità artistiche, fino ad arrivare a suo padre, da tutti conosciuto come Blacmàn. Nelle innumerevoli stanze della loro villa, le vite dei Girosa trovano la solitudine, la tristezza e la possibilità di sparire e nascondersi, lontano dalle vite degli altri così come dalla ricerca della felicità.
“Ovunque,proteggici” di Elisa Ruotolo, edito da Nottetempo, è uno dei dodici libri finalisti al Premio Strega 2014. Un’opera che racconta le vicissitudini e gli amori, perlopiù sfortunati e sterili, dei componenti della famiglia Girosa attraverso i ricordi e gli occhi di Lorenzo, bambino alla ricerca vana dell’amore paterno e adulto incapace di difendere i propri affetti. Nella grande villa di famiglia, antico splendore poi caduto in rovina così come i suo abitanti, sperduta in qualche sconosciuto luogo del sud Italia, il lettore vive i sentimenti, le paure, i drammi e le tante solitudini dei suoi protagonisti. L’amore non corrisposto, i tradimenti, le menzogne e i segreti che non avevano mai abbandonato quelle mura e che, riaffiorando tanti anni dopo, lasciano un piccolo spiraglio di speranza a chi vi era sopravvissuto.
“Ovunque, proteggici” è uno di quei romanzi che potrebbe essere la storia di tanti uomini e donne costretti a combattere con la vita e con le sue aspirazioni disilluse nel XX secolo. Una saga familiare che richiama “Cent’anni di solitudine”, il capolavoro dello scrittore colombiano Gabriel Garcìa Màrquez, ma con meno magia e più vivida realtà. Un ritratto a volte spietato e a volte alla ricerca di comprensione e giustificazioni per le bassezze umane, per il modo in cui si sceglie o ci si rassegna ad affrontare la propria esistenza. Con un linguaggio d’altri tempi, evocativo e a tratti popolare, Elisa Ruotolo costruisce un mondo, quello dei Girosa, straordinario e duro, in cui i legami non sono solo quelli di sangue ma hanno connotazioni ben più profonde, e da cui è difficile uscire senza desiderare di poter dare loro la possibilità di essere, almeno una volta, delle famiglie felici.
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