Guisepi e la sua Edna Lu: una storia d’amore (e di tazze di tè)

Un bus bianco trasformato in un’accogliente casa del tè, dove degli sconosciuti possono conversare tra di loro, condividere la storia della propria vita, le proprie idee o il racconto della giornata appena trascorsa. I soldi non sono importanti né richiesti: ciò che conta davvero è stringere legami, stare insieme, divertirsi, riscoprire la bellezza della diversità e della generosità, dei gesti semplici, realizzati unicamente con il cuore.  Potrebbe  essere la trama di un romanzo e chissà, magari un giorno lo diventerà. Il “Free tea party” però è una realtà che viaggia sulle strade degli Stati Uniti.  È una “rivoluzione nel nome della lentezza”, un modo per riscoprire la socialità, la condivisione e coltivare l’interazione tra le persone, donando qualcosa di sé senza aspettarsi nulla in cambio. Giuseppe Spadafora, in arte “Guisepi”, a bordo della sua fedele Edna Lu, dal 2006 offre una tazza di tè a chi decide di accettarla. Fino ad ora ne ha servite più di ventitremila.

Giusepi Spadafora

“Guisepi” Spadafora (da Facebook).

Un’avventura nata per caso, quando Guisepi, dal camion in cui viveva a Hollywood, iniziò ad offrire un po’di cibo e (tanto) tè a chi aveva bisogno di  nutrimento e conversazione. Un gesto che ha poi scoperto avere un enorme potere sulle persone, riuscendo a trasformarsi in una fonte d’ispirazione per migliorare le loro vite. Ha deciso così di acquistare un vecchio scuolabus, di trasformarlo in una casa mobile rispettando l’ambiente (l’interno è stato realizzato con materiali eco-friendly; ha pannelli solari sul tetto; si alimenta per il 95% con biodiesel e oli vegetali; l’acqua viene riscaldata dal motore; il riscaldamento viene prodotto da una stufa a legna) e di percorrere gran parte della costa occidentale del paese, offrendo tè anche nelle scuole e in occasione di eventi e festival.  Una vera e propria “missione” in nome della “gift economy”, la filosofia del dono, che passa attraverso la cura del pianeta, di se stessi e degli altri, raccontata minuziosamente nel sito “Free Tea Party”.

Guisepi ha trent’anni, un trisavolo italiano (emigrato negli Stati Uniti dalla Calabria) e una visione molto diversa dalla maggior parte delle persone riguardo al lavoro. “Non ho un ‘lavoro’ nel senso comune del termine” racconta nella nostra intervista. “Io lavoro tutti i giorni  della mia vita, ma non per soldi. ‘Cosa??!’è la reazione di molte persone a questa mia affermazione. Da questa prospettiva, il lavoro diventa produttivo: è creare cose, è l’atto di raggiungere un obiettivo. Secondo molti scienziati e antropologi, i soldi esistono da circa 5000 anni. Gli esseri umani hanno invece 195.000 anni. Cosa facevano le persone prima dei soldi?Molti risponderanno che usavano il baratto. Io penso che, prima dell’avvento dei soldi, gli uomini lavorassero e regalassero. Il lavoro per gli uomini primitivi era cacciare, raccogliere, costruire, riparare” spiega.  “Siccome credo nel potere del lavoro e del dono, aiuto costantemente le persone lungo il mio cammino. Queste persone sono la mia community. Con alcune di loro costruisco delle relazioni. Io do qualcosa a loro, e loro danno qualcosa a me: a volte il dono è a senso unico, altre volte no. Gran parte del mio lavoro non viene pagato, ma il mio compenso diventa sapere che ho aiutato una stupenda famiglia, un’organizzazione, anche solo una singola persona.”  Guisepi tiene a sottolineare che il Tea bus non rappresenta un business ma piuttosto uno stile di vita, e si sostiene economicamente anche grazie alle donazioni che arrivano attraverso il sito. Il tè viene spesso offerto da sponsor e donatori, non accetta denaro mentre lo si serve, e il bus ha anche una piccola biblioteca e un’area dove chiunque può lasciare o prendere qualcosa a seconda delle proprie esigenze -“responsabilmente” specifica Giusepi-: la “Gift&Take Area”. 

Free_tea_party_3Molte persone dicono: ‘L’universo provvederà a te’, ma io penso che l’universo provvederà a te se tu provvederai a lui” spiega Guisepi. “Equilibrio e stabilizzazione sono leggi naturali. Io chiamo questo tipo di dono ‘compenso indiretto‘, perché stai regalando alla comunità e il dono ti tornerà indietro, ma spesso  in un posto diverso da quello in cui lo hai lasciato. Quando lavoro per ciò che io chiamo ‘compenso diretto‘, parlo sempre con le persone con cui collaboro. Chiedo cosa desiderano, cosa posso fare io per loro, quanto possono pagarmi, qual è la spesa che riescono ad affrontare. Vengo pagato a volte, ma sono comunque disponibile per altre forme di pagamento come il cibo, un posto dove parcheggiare, la possibilità di far parte della vita della comunità…A volte combino entrambi i compensi, diretto e indiretto.”   Una visione della vita senza dubbio particolare e originale, che dà a Guisepi la possibilità anche di essere flessibile.  “Per ‘lavoro’ produco e edito video, riparo oggetti di legno o elettrici, riorganizzo spazi come garage, negozi, magazzini, organizzo eventi oppure insegno diverse materie, dal ‘fai da te’ alla filosofia.”
Ma cosa pensano i familiari e gli amici di questa scelta? “Ho iniziato a servire tè perché ero solo  in una grande città. Tutti i rapporti che avevo, basati sui soldi, erano superficiali. Offrendo il tè, ho visto che potevo averne altri, molto più profondi e significativi. Ora non sono più solo e ho molti, moltissimi amici. La mia famiglia e gli amici di ‘prima del tè’ apprezzano quello che faccio. Sono appena stato ad una mini riunione di famiglia a Los Angeles: c’erano i miei nonni, (anche mio nonno italiano Giuseppe), molti cugini e zii. Alcuni di loro in realtà non conoscevano questa parte della mia vita,  mio padre non l’ha ancora compresa in pieno. Alla fine mia zia è venuta da me e mi ha detto: ‘Sono molto onorata che tu faccia parte della mia famiglia’: è stata la parte più commovente della giornata. Sono comunque appoggiato e supportato da tutti, loro rappresentano la mia comunità: è importante che sia così , per me e per il mio progetto.”
Il “Free Tea Party” come modo per promuovere un cambiamento positivo. “Quasi tutte le persone che salgono sul tea bus vanno via con qualcosa. Per molti è d’ispirazione, per altri- tipo i senzatetto- è edificante perché vengono trattati come veri esseri umani, per molti altri ancora è un modo per trarre idee e rendere il proprio spazio vivibile ed eco-friendly” racconta Guisepi. Il futuro è pieno di buoni propositi per lui e la sua Edna Lou: il tour degli Stati Uniti programmato per due anni, e iniziato la scorsa primavera, sarà più lungo del previsto. Per il momento hanno girato solo la costa occidentale del paese, ma al loro itinerario mancano tante altre città degli States, oltre a Canada e Messico. “Sto pensando anche ad un tour in Europa. Spero di continuare a viaggiare e offrire tè per i prossimi anni. Ma non preoccupatevi: ho già diverse idee per modi ancora più creativi e divertenti di aiutare la comunità“.

Related

Comments

No Comments Yet!

You can be first to comment this post!

Post Reply