“Se chiudo gli occhi”, il ritorno in libreria di Simona Sparaco

Viola ha trent’anni, è sposata con Paolo ed ha una figlia di quattro anni, Cristina. La sua vita scorre tra alti e bassi di un matrimonio in crisi e un lavoro che le dà tranquillità, ma non soddisfazione. Il padre, l’ acclamato artista Oliviero De Angeli, separato da sua madre e sempre assente, dopo anni di silenzio torna da lei per chiedergli di accompagnarlo in macchina da Roma a Rocca, una frazione di Montemonaco sui monti Sibillini, il posto dove lui era nato  e cresciuto.  Nonostante la rabbia, il rancore, e la diffidenza che nutre nei suoi confronti, Viola accetta di fare questo viaggio con suo padre, alla scoperta delle sue radici e dell’uomo che non aveva mai conosciuto davvero.

Dopo il successo di “Nessuno sa di noi“, più di centomila copie vendute e  finalista al Premio Strega 2013,  Simona Sparaco torna con “Se chiudo gli occhi” (Giunti Editore), una nuovo romanzo in cui grandi protagonisti sono di nuovo i sentimenti. C’è Viola, che si accontenta di una vita che indossa come un vestito ormai logoro, e c’è suo padre Oliviero, che ha sempre messo l’amore al centro della sua vita, ma perdendosi tra le sue varie forme. Il viaggio alla scoperta dell’infanzia di Oliviero sarà per Viola  anche la scoperta di ciò che le scorre nel sangue, della storia della loro famiglia e dei poteri che le sue donne hanno sempre custodito.

Viola ha la possibilità di comprendere finalmente suo padre e il suo passato e decidere in qualche modo di perdonarlo: si commettono tanti errori nel proprio percorso- e anche lei se ne rende conto, ripercorrendo il suo rapporto con Paolo- ma ciò che davvero rimane nel corpo e nell’anima sono i legami, l’affetto e le emozioni che hanno costruito un’intera vita. Le viene svelata l’esistenza di Pauline, l’unico grande amore di suo padre; conosce una delle donne che ha visto suo padre crescere, Nora; riesce  a cogliere con chiarezza il proprio presente e a riordinare i ricordi di un’ infanzia dolorosa, segnata dai problemi dei suoi genitori.

Tra i misteri di una terra, il fascino delle sue leggende e la scoperta agrodolce di quello che c’è oltre le immagini sbiadite di una vita che non è stata ancora messa a fuoco, le emozioni diventano palpabili e l’epilogo racconta ciò che ognuno di noi può sentire proprio: non si può fuggire da chi si è davvero e da chi ci ha donato una parte di sé per permetterci di compiere il nostro cammino.

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