MyFoody, la rete contro gli sprechi alimentari
“Il nostro obiettivo è quello di contribuire a diminuire gli sprechi alimentari, valorizzando proprio gli alimenti a rischio spreco: daremo la possibilità alla distribuzione e ai produttori di mettere in evidenza quei prodotti che oggi verrebbero buttati e che chiunque potrà acquistare con uno sconto sulla nostra piattaforma“. È proprio Francesco Giberti, ventisette anni, ideatore e CEO a illustrarci MyFoody, un progetto nato circa due anni e mezzo fa, che trasforma il cibo da potenziale rifiuto a risorsa, secondo un approccio di “economia circolare” o “Blue economy“. “Ero in Belgio, a Gent, e stavo scrivendo la mia tesi di laurea. Tutto è nato per un pacco di biscotti biologici” racconta. “Mi sono accorto successivamente all’acquisto che sarebbe scaduto dopo pochi giorni. Mi sono chiesto perché avrei dovuto pagarli il prezzo pieno e ho iniziato a riflettere sul tema, a fare delle ricerche e mi sono imbattuto in un problema enorme: quello degli sprechi alimentari.“
Tornato in Italia, Francesco parla della sua idea ad alcuni amici e decide con loro di partecipare ad un bando per startup, il Food Waste Reduction indetto da Impact Hub Firenze. “Abbiamo vinto e non ce l’aspettavamo, perché ognuno di noi faceva altro. Siamo stati quindi invitati ad un programma di accelerazione d’impresa a Firenze per tre mesi: abbiamo lasciato i nostri lavori e siamo partiti con quest’ avventura. L’idea è diventata un’impresa vera e propria nel settembre 2014– Anagramma srl– , dopo aver vinto il Chest Project ed essere stati premiati come uno dei migliori 35 progetti europei di innovazione sociale. Abbiamo iniziato i primi approcci commerciali e siamo a pieno regime da dicembre 2014.” La giovane startup ha anche ottenuto il patrocinio di Expo.
Il funzionamento di MyFoody è semplice. I diversi attori della grande e piccola distribuzione, i grossisti e la ristorazione potranno mettere a disposizione sulla piattaforma i prodotti in eccedenza, in scadenza o con difetti nel packaging ma commestibili, con uno sconto medio che va dal 30% al 50%: il minimo richiesto è del 10%. Gli utenti, attraverso un sistema intelligente di geolocalizzazione, potranno vedere e acquistare solo i prodotti che si trovano nella propria zona di riferimento e riceverli con un sistema di consegna a domicilio a impatto zero, oppure ritirarli personalmente presso i punti vendita con un codice dato da MyFoody. Essendo anche un’impresa sociale, MyFoody metterà a disposizione delle Onlus del settore informazioni sui prodotti in eccesso e sui luoghi di ritiro. Ma quando sarà attiva la piattaforma? “Stiamo creando la rete commerciale e dopo un periodo di test, da aprile il servizio sarà attivo partendo da Milano, per poi espandersi anche in altre città” spiega Francesco Giberti. “Un’unica piattaforma interesserà il maggior numero possibile di supermercati, ipermercati e produttori: il sistema si adatta in modo diverso alle varie imprese. La forza del nostro servizio è infatti quella di riuscire a coinvolgere sia il piccolo bottegaio che il grande impermercato. “
Il cibo che costa meno, aiuta l’ambiente e non viene inutilmente sprecato assume un gusto in più: quello della consapevolezza e del rispetto.
Articolo pubblicato su Pronews