L’appello del Comitato Tre Ottobre: “Fermate le morti in mare ora”

Sono strazianti le immagini dei corpi cullati dalle acque, di fronte alle quali non si possono semplicemente chiudere gli occhi. Sogni e speranze di un futuro migliore, che si sono infranti tra le grida e la paura di chi stava inseguendo la propria opportunità dolorosamente lontano dalla propria casa.

Le vittime di una delle più grandi tragedie del mare sono almeno 800, anche se il numero sembra essere destinato a salire: il naufragio, avvenuto in acque libiche nella notte tra il 18 e il 19 aprile, di un barcone carico- troppo, secondo le testimonianze dei pochissimi sopravvissuti- di uomini, donne e bambini ha riportato l’attenzione sulla necessità di un intervento immediato. Non si può far finta di niente di fronte a delle richieste tanto profonde di aiuto. “L’Europa non può continuare a contare le vittime stando a guardare. Queste non sono stragi inevitabili. Chiediamo l’avvio urgente di attività di ricerca e di soccorso in mare su ampia scala e l’apertura di vie legali per garantire un accesso sicuro all’Europa a chi fugge da conflitti e persecuzioni. Per evitare che un viaggio di speranza si trasformi in un viaggio di morte.” Questo l’appello del Comitato Tre Ottobre- organizzazione nata in seguito alla tragedia avvenuta proprio il 3 ottobre 2013 a poche miglia dalle coste di Lampedusa in cui trovarono la morte 368 persone- che su change.org ha lanciato due giorni fa una petizione proprio affinché giovedì 23 aprile,  al vertice straordinario dei capi di Stato e di Governo europei sull’ emergenza immigrazione, venga deliberata la messa in atto di una solida operazione che veda impegnata l’Europa. Più di 298.000 le firme finora raccolte  e tantissime le testimonianze di solidarietà e cordoglio per chi ha perso la propria vita mentre “cercava la felicità“, come sottolineato anche da Papa Francesco.

“Protect people not borders”, recita la maglietta solidale creata sempre dal Comitato 3 ottobre, in vendita sul sito “Worth Wearing” per sostenere le attività dell’associazione- tra cui la proposta di legge per l’istituzione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza- e  sensibilizzare e attivare l’opinione pubblica sulle morti in mare. La vita umana come il più grande dono da proteggere e salvaguardare, di qualunque nazionalità essa sia.

 

Articolo pubblicato su Pronews

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