Da L’amica geniale a Storia della bambina perduta, l’intensa quadrilogia di Elena Ferrante

Elena Greco e Raffaella Cerullo sono amiche fin dall’infanzia. Nel rione malfamato in cui vivono a Napoli, per tutti sono Lina (Lila per Elena) e Lenù: intorno a loro un mondo variegato fatto di povertà e abbandono, di famiglie perlopiù modeste, dove chi detiene il potere (e i soldi) è dedito a traffici illeciti e chi rimane indietro può solo sperare di contrarre un buon matrimonio per poter sostenere l’intera famiglia. Dagli anni ’50 fino ai giorni nostri, le due ragazze crescono, arrivano all’adolescenza, alla maturità e infine alla vecchiaia. Quando entrambe hanno 66 anni, Lila scompare misteriosamente, senza lasciare alcuna traccia di sé. Lenù allora decide di scrivere l’intera storia della loro amicizia, in un’Italia che cambia negli anni, attraversa epoche, brutture e splendore, sempre come sfondo di un rapporto unico.

La scrittrice Elena Ferrante non è mai apparsa in pubblico.  Non si è presentata neanche in occasione della nomina al Premio Strega 2015 proprio con Storia della bambina perduta: qualcuno sostiene sia uno pseudonimo. Di lei abbiamo le opere- L’amore molesto, I giorni dell’abbandono, La figlia oscura, La frantumaglia -oltre alla quadrilogia- L’amica geniale, Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e chi resta, Storia della bambina perdutainteramente edita da E/O- che l’hanno fatta conoscere ed apprezzare dal grande pubblico.  Quattro romanzi  che racchiudono non solo la storia di una città -Napoli- e di un intero paese, ma le vite di una moltitudine di personaggi, ognuno con il proprio percorso di vita e di morte. Lenù, la voce narrante di questa umile epopea, filtra attraverso i propri pensieri e le proprie esperienze tutto il mondo che la circonda, al centro del quale c’è sempre lei, Lila. Dall’infanzia all’adolescenza, segnata dagli studi per una e da un matrimonio di convenienza per l’altra, passando per una giovinezza fatta di soddisfazioni, difficoltà, separazioni e figli, fino ad una età adulta di consapevolezze e sofferenze, i sentimenti che le legano sono sempre in primo piano, che si rivelino negativi oppure positivi. Perché può capitare di perdersi di vista o di non comprendersi- ma non per questo ci si vuole meno bene.

Una volta entrati nel mondo creato dalla Ferrante, non se ne può più uscire. La sua forza risiede nella sua enorme capacità di descrivere nel profondo i suoi personaggi: le azioni, i cambiamenti, la crescita interiore e tutte quelle situazioni che finiscono per sconvolgerli, plasmarli, definirli. Non mancano alcune parti ridondanti- soprattutto nell’ultimo capitolo della saga- ma la voglia di sapere ‘come va a finire’ è troppo forte. Chi è davvero ‘l’amica geniale’ ? Lenù, che è riuscita a studiare, persino a laurearsi quando la maggior parte dei ragazzi poteva accedere al massimo alla licenza elementare, oppure Lila, così intelligente da trasformare in un successo qualsiasi attività a cui si dedicasse? Chi è più forte tra le due, Lenù che viaggia e decide di andare via da Napoli oppure Lila, che vuole trasformare la sua città in un posto migliore? La loro reciproca influenza, le loro vite così diverse eppure indissolubilmente legate, rappresentano la storia di tante persone, di tutte quelle donne che hanno compiuto il proprio percorso e hanno deciso come reagire di fronte alle prove che hanno incontrato lungo il proprio personale cammino. La gioia, la tristezza, la disperazione e la serenità possono travolgere chiunque e poi andare via. L’amore, quello vero, sotto qualsiasi forma, resta.

Articolo pubblicato su ProNews

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