Figli adottivi e genitori biologici: il diritto di conoscere le proprie origini

Sono molti gli appelli che si incontrano sulla rete. La maggior parte di loro sono rivolti alla ricerca della propria madre. A volte si chiede di fratelli o sorelle, cugini o altri familiari. Si leggono riferimenti ad orfanotrofi, brefotrofi, ospedali; nei casi più fortunati si conoscono nome e cognome di nascita. Sono i tentativi- sentiti, sofferti, speranzosi, rabbiosi- di chi avverte la necessità di risalire ai propri genitori biologici. Si rivendica il diritto di accesso alle proprie origini per chi non è stato riconosciuto alla nascita e quindi dato in adozione, per dare un volto ad una madre, un padre o scoprire che non si è figli unici, e rimettere insieme i pezzi della propria storia.  “L’accesso alle informazioni non è consentito se l’adottato non sia stato riconosciuto alla nascita dalla madre naturale e qualora anche uno solo dei genitori biologici abbia dichiarato di non voler essere nominato, o abbia manifestato il consenso all’adozione a condizione di rimanere anonimo.” La legge 149 del 2001, che regola le adozioni e contiene le modifiche a quella precedente, la 184 del 1983, non consente alla persona adottata di risalire ai propri familiari; si possono richiedere informazioni una volta compiuti 25 anni se si è stati riconosciuti alla nascita e dati in adozione per i più svariati motivi successivamente. Le associazioni  Astro nascente e F.A.E.G.N. -Figli adottivi e genitori naturali si battono affinché questa parte dell’attuale legge in vigore in Italia venga modificata.

Siamo in tanti, centinaia, soprattutto gli adulti cercano per ricostruire la propria identità.”- spiega Monica Rossi, socio fondatore di F.A.E.G.N., nata nel 2001, con lo scopo di riunire i figli adottivi e i genitori naturali che vogliono trovare e ricostruire un rapporto con i figli dati in adozione. “Tentiamo di sensibilizzare su questa proposta di modifica della legge affinché tutti abbiano la possibilità di sapere previo, ovviamente, consenso della madre naturale. Abbiamo messo a disposizione dei registri online e delle banche dati in cui inserire tutte le informazioni di cui si è in possesso. Non è vero che, quando una persona adottata decide di cercare i genitori biologici, ha avuto un’adozione andata male. La maggior parte delle adozioni sono felici, però non sapere diventa una profonda sofferenza. Purtroppo ritrovare i propri genitori naturali non è per niente facile, molti di loro non arrivano neanche ad internet, e scompaiono nel silenzio.”

L’associazione è nata da un’esigenza personale, io ho 42 anni e sono stato adottato a tre mesi”- racconta Loris Coen Antonucci, presidente di Astro Nascente. “Il sito ha una bacheca dove chiunque può inserire degli annunci: non è una bacchetta magica ma un inizio. Le motivazioni che spingono alla ricerca sono varie: curiosità di sapere che volto ha la propria madre, di conoscere le proprie origini, oppure perché si pensa- erroneamente- di trovare una soluzione ai propri problemi. La madre naturale viene idealizzata, vista come una specie di ‘santa’, e questo dà origine a delusioni. Oppure, al contrario, demonizzata.” A volte si inizia a ricerca alla morte dei genitori adottivi, oppure quando si diventa, a propria volta, madre o padre.  “Queste domande me le faccio da sempre, io sono felicissima, ho trovato una famiglia che mi ha dato il cuore, sono mamma di due bimbi e sono felice, ma ho ancora un pezzo della mia vita che vorrei chiudere” scrive una ragazza nata nel 1979. “Figlio mio, dove sei?? Ti sto cercando da una vita, vorrei che tu sappia che io non ti ho mai abbandonato, voglio solo che tu sappia la verità” è invece la richiesta di una madre. Due esempi di un mondo sommerso di ricordi, informazioni lacunose, documenti non reperibili. Molti appelli si trovano anche su un blog, http://appellideifigliadottiviallaricercadelleproprieorigini.myblog.it/, suddivisi per zona geografica e anno di nascita. “Non voglio niente”, “Non voglio sconvolgerti la vita, solo sapere la mia storia”sono le frasi più ricorrenti. “Nessuno può avere pretese, il figlio è a tutti gli effetti della famiglia adottiva, quindi non può rivendicare eredità o cose di questo genere: è solo necessità di sapere. ” spiega Loris Coen Antonucci. Incontri e ritrovamenti che, in alcuni casi, sono avvenuti.  “Per chi c’è riuscito, è bastato vedersi, incontrarsi, parlarsi: magari poi ha deciso di non continuare il rapporto” continua Monica Rossi. “Questo però è bastato per trovare la pace. Anche chi è stato rifiutato, ha comunque avuto la possibilità di sapere: meglio la verità, che il nulla.

 

Related

Comments

No Comments Yet!

You can be first to comment this post!

Post Reply